di Michelino Fistetto

Oggi è il 17 marzo di questo 2020, anno infausto per tutti i popoli del mondo che sarà ricordato nella storia dell’Umanità come l’anno del Covid-19.
Mi sento svuotato e un tantino giù di corda stasera, dopo it bombardamento di notizie date sui vari canali televisivi: RAI, Mediaset e altre TV private, tutte con maggiore o minore fair play, ma tutte rigorosamente e pesantemente negative! E l’ansia cresce nella speranza di vedere e sentire qualcosa di nuovo e di buono: ma l’inesorabile bollettino della Protezione Civile delle 18, ieri, come oggi e come domani, fino a che non finirà (presto si spera, ma sarà sempre tardi!) martella suo malgrado i numeri del giorno e it riepilogo totale di contagiati, di morti, dei non molti guariti, e dei sempre molti nuovi contagiati o messi in quarantena. Una serie non gradita di numeri e percentuali
Faccio allora una scorribanda tra i canali tv: zapping, mi pare che si dica, ma il mio inguaribile purismo letterario che mi porta lontano mille miglia da inglesismi, francesismi, barbarismi in genere, mi fa preferire l’italiano scorribanda, che oltretutto rende l’idea del sentirsi addosso la libertà di volare nell’etere e fermarsi a proprio piacimento nel vuoto, in un vuoto uguale e diverso come è, o credo possa essere, un vuoto dell’aria rispetto a un altro vuoto, o rispetto allo spazio siderale tutto intero. Mi capita allora, per caso, di scorgere it titolo, in programmazione serale, che attrae immediatamente la mia attenzione sul Canale5 di Mediaset: Viaggio nella Grande Bellezza, e per sottotitolo “Il Vaticano”, condotto dal bravo attore Cesare Bocci, noto al grande pubblico per aver incarnato nella saga televisiva del Commissario Montalbano di Camilleri, it suo Vice, il simpatico Mimì sornione e sciupa femmine.
Scelgo quel programma the e iniziato -mi rendo conto- da pochissimo. Si tratta di una visita guidata all’interno del piccolo Stato della Citta del Vaticano: uno di quei programmi culturali -fatti con grande intelligenza e sovrana professionalità- cui da tempo ci hanno educato in positivo (loro merito!) i due giornalisti Angela, Piero padre e, ancor più, Alberto, figlio. Mi accorgo da subito dello stile della conduzione: essenziale, semplice, fresco, ma mai ovvio e banale, contrastato da inquadrature meravigliose e scene particolari, intramezzate da brevi e suggestivi dialoghi, assai interessanti per i contenuti espressi e, talvolta, appena accennati o addirittura suggeriti con sobrietà, da prelati di alto spessore culturale. Si passa dalla visita della sontuosa Basilica, della miracolosa Cupola michelangiolesca, dell’Altare centrale con le bronzee colonne tortili barocche del Bernini, alla semplice urna e alla tomba del Principe degli Apostoli, alla visione della Pieta, alla statua in bronzo del Primo Santo Pontefice, alle terrazze del grandioso manufatto architettonico, con le innumerevoli statue in travertino, alla sfera in bronzo dorato che sormonta la Cupola all’esterno, sormontata a sua volta dalla Croce dorata, la cui sola collocazione fu un miracolo della tecnologia del tempo perché, dato it peso e le dimensioni, essa venne assemblata in loco a quella vertiginosa altezza. Da li si apre, maestosa, la visuale del colonnato del Bernini, di Via della Conciliazione, e del panorama della Città eterna.
E inoltre la Cappella Sistina, i Musei Vaticani -Musei e non Museo, perché accolgono al loro interno (Musei nel Museo) sezioni di culture, popoli e civiltà diverse- it Palazzo Apostolico, scrigno di arte universale, i Giardini, l’Archivio Segreto, con i chilometri di scaffali e fonti storiche catalogati, e recentemente ai giorni nostri liberalizzati agli studiosi da Francesco, odierno Grande Pontefice. Quanti ricordi personali mi suggeriscono questi posti: le visite fatte da me solo, anche per i miei studi storici nel consultare i faldoni, i plichi e i registri dell’Archivio Segreto … oltre ai viaggi fatti con Costanza, mia prima moglie, Lei come me innamorata della grande bellezza, condivisa e gustata insieme per dare senso e pregnanza all’umano vivere nostro … Oltre ai viaggi di istruzione con i miei alunni negli anni scolastici vissuti precedentemente…
Ci voleva proprio, per me, stasera, questa reimmersione totale, questo tuffo nell’Arte, evocata dalla sublimità della bellezza in Vaticano, li raccolta in secoli di Storia. Il Genio dei più grandi Artisti che si sono succeduti nel tempo con le loro opere -ispirati dalle innumerevoli vicende, grandi e piccole, spirituali e materiali, edificanti e scandalistiche, intrise del messaggio evangelico più alto e puro o suggerite dal materialismo e nepotismo pill vieto nella storia bimillenaria della Chiesa di Cristo- sembrano tuttavia muoversi all’unisono per quel Fine, guidate dalla medesima Provvidenza Divina, e a cui perciò sembra aver posto mano e Cielo e Terra. E’ un unicum it Vaticano nel mondo: ed è unico!
Ci voleva proprio tutto ciò stasera, per rasserenare lo spirito turbato dalle quotidiane vicende del Covid-19! Che sentimenti e stati d’animo esso ci ha fatto e ci fa ancora vivere in questi mesi tremendi? La vita non può, come pure sta avvenendo, esser vissuta senza prospettive, pensando al risveglio di ogni nuovo giorno che per it soggetto pensante potrebbe essere l’ultimo della sua vita. E’ terribile saperlo in precedenza, come da sempre hanno affermato i filosofi: il che è sostanzialmente molto diverso dall’evangelico “esser con le bisacce pronte, perché non si sa ne it giorno ne l’ora”. Ora l’Umanità tutta, per la pandemia mondiale, ha provato un’emozione mai provata, dirò di più nemmeno lontanamente immaginata, sia per le sue dimensioni nel tempo e nello spazio, sia per 1′ intensità emotiva , sia per il macabro spessore apocalittico.
Sapere che potrebbe accadere in un posto lontano dalla tua casa e dai tuoi affetti, senza una mano che stringa la tua e inumano! Dicono che è una guerra quella che stiamo combattendo. Cosa c’è di peggiore di essa? Abbiamo imparato che una cosa c’è, per noi della mia generazione che non abbiamo fortunatamente mai vissuto quella direttamente, se non di straforo. E’ questa l’esperienza negativa, ulteriore ed estrema, non solo per noi, ma per tutto il mondo. Cosa dire poi del pensiero assillante e dominante del benessere e dello stato di salute della moglie, dei figli, dei nipoti, degli amici più cari? In questo caso non c’e la possibilità di coprire col proprio il corpo dell’altro, o scagliarsi contro un nemico (chi e poi un nemico, e perché noi “uomini” abbiamo inventato, a ogni costo nel corso dei secoli, un “nemico umano”, un nostro simile?!?) per offrirgli il nostro corpo e dirgli: “Ecco prendi me”. Non possiamo perché esso, in questo caso, è un nemico invisibile, vile, potente e maledetto.
Allora questo contesto costringe tutti a rimanere in casa, con forte senso civico onde tentare di limitare, ridurre e possibilmente annullare it contagio, visto che it male e, attualmente, sine cura. Non altro rimane che rispettare alla lettera le direttive governative, sperare nella Scienza, affidarsi alla Divina Misericordia di Cristo e della Vergine Madre Sua, e cercare conforto nella Cultura e nella Bellezza che, qualcuno ha detto, salvers it Mondo. La Cultura e certo un’ancora che salda, con la preghiera, l’aiuto che l’uomo si da, fidando, pep:), sempre e solo in Dio. E non solo quando egli avverte concretamente la sua piccolezza e si scopre umile e peccatore, bisognoso di esempi di generosità e di amore … Ma anche e soprattutto quando scopre la sua nullità, non di fronte all’Universo (cosa assai scontata!) ma di fronte a un virus microscopico e, perciò, addirittura invisibile che misura (credo si dica) un nanomillimetro! In queste situazioni emerge sia la generosità eroica, spinta fino al culmine del sacrificio della stessa vita propria, sia il più bieco cannibalismo di pescecani e profittatori di mezze tacche, sia l’incoscienza egoistica.
E’ questa, del resto, l’Umanità di ogni tempo, ma talune situazioni storiche ne sono la cartina di tornasole rivelatrice. L’unica cosa da fare allora e vivere di speranza: la provvida sventura di cui parla Manzoni, se non ci salver* di certo ci migliorerà. Per fortuna, in compenso, questo virus e molto educato, rispettoso e democratico: da la precedenza agli anziani; non 6 nazionalista e varca disinvoltamente le frontiere; non 6 di genere (ci avete fatto caso? Lui medesimo maschio o femmina? A me pare neutro o androgino o bisessuato!); non e razzista: dall’Asia all’America ha attraversato pure l’Europa, e passa per l’Africa e l’Australia; infine ci ha insegnato, credo, tanta umiltà, anche se non occorre, mi pare, tanta intelligenza per interpretare it suo messaggio cosi chiaro e drammaticamente evidente.
Quanta generosità e spirito di abnegazione si evidenziano in questa occasione: il silenzio e d’obbligo a questo punto! Come si fa del resto a celebrare e ringraziare con povere e inadeguate parole medici ospedalieri, medici di base, specialisti infettivologi, infermieri, ausiliari, tecnici dei laboratori sanitari, volontari di associazioni varie, Protezione civile, forze dell’Ordine, Esercito, Polizia locale, camionisti che hanno assicurato i rifornimenti alimentari, tutti gli altri che hanno procurato gli indispensabili servizi, e per una volta anche i politici ed amministratori di buona volontà che hanno cercato di organizzare al meglio la Nazione contro il nemico invisibile, e che a migliaia nel loro complesso si sono sacrificati contro il malefico virus ed hanno anche dato un tributo di vite umane? Le parole sembrerebbero vuote, inconsistenti e perfino retoriche di fronte a costoro. Vogliamo citare solo, uno per tutti, un esempio ma che da, pere, la misura dell’enorme portata delle vicende accadute: mi riferisco all’episodio di tre giovani tarantini volontari della CRI, accorsi a dare una mano in Lombardia, la Regione d’Italia pia colpita, vincendo luoghi comuni, remore e pregiudizi, dettati dalla decennale, e mai fino ad ora del tutto sopita, ignoranza. Essi hanno coraggiosamente optato per il percorso opposto da quello scelto dai fuggitivi delle regioni del Nord, allontanandosi dalla nostra terra jonica che sembra essere tra le meno colpite d’Italia (e speriamo rimanga tale per tutto il periodo di contagio!). Che tutto ciò serva a migliorarci e a crescere in
civiltà e spiritualità, in maniera che lo scambiarsi perfino il saluto di un buongiorno, per quanto cosa ovvia, banale e perfino scontata, l’aprire gli occhi al mattino del nuovo giorno, il guardare la luce, salutando gli affetti e gli amici pia cari, ci offra l’occasione per manifestare l’acquisita consapevolezza che quel giorno e quella luce sono doni del Signore che ci devono guidare in ogni momento nel percorso della vita che ci e stata data, sforzandosi di fare un po’ di bene per migliorare il mondo.
L’amore sparso come insegna il Maestro ci Sara restituito a piene mani e il mondo solo in questo modo certamente migliorerà.
Manduria, 18 marzo 2020