Green pass: parliamone

Tutte le opinioni vanno rispettate ma sulla salute ( e la vita) non si media

Proviamo a ragionare sull’obbligo del green pass e a comprendere perché si è giunti da parte del governo a renderlo di fatto obbligatorio.

Il green pass rappresenta senza alcun dubbio una limitazione della libertà individuale. Ma non è un atto arbitrario o come si vuol sostenere frutto della “dittatura sanitaria” (per non parlare di chi lo ha paragonato alla Shoah!).

L’art. 16 della Costituzione è estremamente chiaro e non lascia spazi di interpretazione alcuna:

Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche

Basterebbe fermarsi a questo. Ma proseguiamo nel ragionamento.

Per proseguire però occorre un punto fisso: crediamo alla scienza? Se la risposta è no allora ci fermiamo qui.

Vero è che la scienza, o meglio alcuni “esperti” hanno offerto il loro contributo a creare disorientamento esponendo attraverso i mass media opinioni contrastanti.

Ma andiamo avanti partendo dal presupposto che in ogni caso alcuni punti fermi ci sono.

  • Le origini del virus: naturale? opera dell’uomo? la sostanza purtroppo non cambia. Ma l’idea che si sia volutamente diffuso un virus per poi lucrare sulle cure e sul vaccino, vista anche la diffusione planetaria, appare difficile da accettare. Ma, fosse anche così, la questione ora è come uscirne.
  • Il Covid-19 come un’influenza? Ormai nessuno dovrebbe più avere dubbi. Troppi i morti! 4,32 milioni di casi in Italia, 128.000 i morti. Il dato storico per l’influenza parla di circa 10.000 decessi.
  • Le cure adottate sono giuste? 4,12 milioni i guariti; quindi i grandi numeri dicono che le cure hanno funzionato. Certo inizialmente davanti ad un virus sconosciuto qualche errore ci è scappato.
  • I vaccini funzionano e sono sicuri? Allo stato non può affermarlo con certezza nessuno! I primi vaccini sono stati realizzati a tempo di record. Solo il tempo potrà darci risposte. Nel frattempo guardiamo i dati.

Nel rapporto, analisi congiunta (qui il report in pdf) dell’anagrafe nazionale vaccini e della sorveglianza integrata CoViD-19 coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute, che comprende i dati su 13,7 milioni di persone vaccinate e si concentra su un periodo che va dal 27 dicembre 2020 (giorno di avvio della campagna vaccinale in Italia) al 3 maggio 2021, emerge che il rischio di infezione da nuovo coronavirus nei vaccinati diminuisce progressivamente a partire da due settimane dopo il vaccino, fino a stabilizzarsi a circa 35 giorni dalla somministrazione della prima dose. Dopo questo periodo di tempo si osserva una riduzione di circa dell’80% per il rischio di diagnosi, del 90% per il rischio di ricovero e del 95% per il rischio di decesso, effetti simili negli uomini e nelle donne e riscontrati in diverse fasce di età.

  • Perché il green pass? si stima che siano circa 6 milioni i no vax-no pass. Distinguiamo chi per varie ragioni non PUO’ fare il vaccino da chi non VUOLE. Situazione assolutamente con confondibili. Parliamo dunque di chi per “libera scelta” non intende vaccinarsi. Opinione da rispettare. Il problema è se la “libera scelta” limiti la libertà di chi invece il vaccino lo ha fatto. Il contagio non è affatto escluso. Ciò che cambia sono gli esiti. Ma un vaccinato contagiato può a sua volta contagiare un soggetto debole. E’ tutta qui la ratio del provvedimento del governo. Qualche dubbio è legittimo sull’attuazione del provvedimento e su chi dovrà assumere l’onere delle verifiche. Molto difficile immaginare che un ristoratore assuma anche i panni del controllore. Ma alla fine è interesse di tutti evitare che, anche grazie alle varianti molto aggressive, si giunga ad un nuovo lockdown che decreterebbe la definitiva chiusura di tante attività.
  • Quali altre soluzioni all’orizzonte? si parla di 5 nuovi farmaci che potrebbero essere la soluzione futura al Covid. Innanzitutto anche in questo caso, come per i vaccini, i tempi sono da record e le garanzie su efficacia e sicurezza sono le stesse. In ogni caso nelle more l’unica soluzione resta il vaccino che entro l’autunno dovrebbe vedere immunizzati almeno il 70% della popolazione italiana. Il resto lo scopriremo…solo vivendo.

Non abbiamo la presunzione di conoscere la verità assoluta. Ma abbiamo provato a fare qualche ragionamento, aperti a qualunque intervento di chi ha diverse valutazioni, purché fondate su elementi razionali e non slogan o teorie complottiste.

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